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In piazza per il Global Climate Strike

Il 3 marzo saremo in piazza anche noi, medicз, infermierз, lavoratorз della salute, per il Global Climate Strike, perché crediamo che la nostra voce sia fondamentale quando si parla di crisi eco-climatica, i cui effetti sulla salute della popolazione, sono già evidenti.

Conscз dell'importanza di conoscere i territori in cui viviamo, citiamo qualche esempio che ci tocca da vicino in Italia:

  • Il cambiamento della frequenza e della quantità delle piogge, con la complicità del disboscamento di ampie zone del nostro paese, porta al dissesto idrogeologico e alle catastrofi che sono sotto gli occhi di tutti con decessi e precarietà abitativa.

  • L'incremento delle temperature con l’aumento della durata e della frequenza delle ondate di caldo porta alla riacutizzazione delle patologie croniche e a decessi nella popolazione più vulnerabile.

  • Siccità: iniziano le prime problematiche di accesso ad acqua e di difficoltà per i produttori locali nel far fronte alla domanda di prodotti a km 0, che costringe spesso alla consumazione di prodotti industriali e all’aumento di patologie cardiovascolari.

  • La disintegrazione degli ecosistemi per la deforestazione, l’urbanizzazione e l’inquinamento, con conseguente invasione e distruzione delle nicchie ecologiche, porta a una sempre maggiore frequenza di epidemie legate a zoonosi (il Sars-CoV2 ne è solo un esempio).

  • Gli inquinanti hanno anche effetti diretti sulla salute umana: l’inquinamento dell’aria aumenta il rischio di patologie polmonari, BPCO, carcinomi e di patologie cardiovascolari. L’inquinamento delle acque dolci e degli oceani provoca tumori genito-urinari e alterazioni metaboliche, oltre che all’accumulo di metalli cancerogeni, teratogeni e di microplastiche; il cibo che assumiamo è spesso contaminato e, consumando prodotti animali a filiera intensiva, contribuiamo ad un uso spropositato di antibiotici che aumenta il rischio di infezioni multiresistenti.

Come lavoratorз della salute abbiamo il dovere di fare la nostra parte, sia oggi in piazza, sia ogni altro giorno, nei nostri reparti, nei nostri ambulatori, in ogni luogo di lavoro, dando noi in primis l’esempio, a partire dalla nostra pratica clinica.

Dobbiamo sensibilizzare lз nostrз pazienti, proponendo stili di vita a minor impatto ambientale (come il minor consumo di prodotti animali o la riduzione dei trasporti ad alte emissioni), non solo per la diretta salute dei nostri pazienti ma anche per prepararci ad un adattamento che potrà non essere facile, ma che dovremo affrontare.

Dobbiamo esigere, da parte della politica, interventi strutturali che rendano tali comportamenti virtuosi possibili e accessibili a tuttз, implementando, ad esempio, il trasporto pubblico locale.

Dobbiamo praticare e rivendicare una medicina più preventiva, garantendo l’accesso alle cure per tuttз. Il disagio psicologico, la solastalgia e lo stress che porta con sé il cambiamento climatico devono spingerci ad una medicina di prossimità, in cui benessere fisico e psicologico del paziente devono essere costantemente integrati.

Dobbiamo portare il rapporto fra salute, ambiente e crisi climatica nei percorsi formativi dellз futurз professionistз della salute, sostenere la conoscenza delle tematiche di salute pubblica in scuole ed università.


Dobbiamo soprattutto essere parte della voce di protesta che in tutto il mondo chiede di adottare tutte le misure necessarie per azzerare la produzione di gas climalteranti.

Dobbiamo essere consapevoli che non agire, continuare a emettere gas serra significa essere pronti a sacrificare una parte di umanità. Come lavoratorз della salute non possiamo accettare che morte, sofferenze, malattie possano essere il prezzo da pagare, da parte del 99% della popolazione mondiale, per gli interessi, i profitti e lo stile di vita insostenibile dell’1% più ricco.


Per questo saremo in piazza. Per rivendicare di un modello economico e di sviluppo che salvaguardi, prima di tutto, l’ambiente e la vita delle persone.







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